Oblong Contemporary Gallery non è soltanto uno spazio fisico elegante, luminoso e accogliente, è un ecosistema narrativo, il Luogo, a Forte dei Marmi, di un’esperienza culturale libera, accessibile e continua che sta nel mercato ma a suo modo e che va ben oltre, perché non si limita a presentare artisti e opere, ma l’arte la vive e la vuol far capire in tutta la sua vibrante profondità, mettendo in dialogo scultura, architettura e pittura attraverso creatori emergenti e affermati che riflettono le tendenze e i gusti ma anche le mentalità più varie del nostro tempo come una balconata che, più che affacciata, è protesa e proiettata sul mondo.
Ecco spiegata l’originalità di quel crescendo rossignano che va verso l’oltre: in Oblong Contemporary Gallery, dove l’arte si racconta, si entra per guardare, capire e imparare non solo per comprare. Perché non appaga la vendita emozionale di un’opera d’arte che piace e attrae, ma la scoperta, questa sì, di un artista e del suo mondo affascinante, la conoscenza di creatori e di creature, lo svelamento dell’idea ma soprattutto dell’anima nell’opera. Se così non è, se l’opera non sprigiona la sua anima, la storia e il percorso dell’artista, si resta nel minimalismo, nell’oggetto, o ancora peggio si rischia di scadere nello svilimento del soprammobile. Magari, anzi certamente, di rilevante valore economico ma privo di quel pathos che sublima il bello ogni volta che lo avvicini. Per questo l’ambizione della Oblong Contemporary Gallery è che quando esci senti in te qualcosa che ha lasciato il segno. Ed è talmente forte questa impostazione che non ci si limita alle esposizioni in interni ma si esce, si va all’incontro diretto e in dialogo con chi va e chi viene nelle strade, nelle piazze.
Da qui si capisce che l'atteggiamento nelle proposte non è elitario nel senso classico del termine, ma lo è nel senso più alto, quello che l’arte – e qui per vocazione delle fondatrici Emanuela Venturini e Paola Marucci è la contemporanea – si scopre nella sua originalità, si capisce nella sua autenticità, si propone e si promuove nella sua verità facendone apprezzare il valore in un mercato che resta, comunque, per sua stessa natura, meraviglioso ai limiti del magico ma anche complesso e… tentacolare.
E come ci riesce? Scegliendo bene, curando maniacalmente il dettaglio, creando una comunicazione vibrante, eventi su misura, concentrandosi sull' offrire un'esperienza immersiva capace di coinvolgere amanti dell'arte, ma anche e soprattutto, prendere per mano chi desidera conoscere questo splendido universo. E il livello non può che essere altissimo.
NERO Lifestyle ha già proposto e raccontato di alcuni nomi proposti qui a Forte dei Marmi scelti tra Gustavo Velez, Sophia Vari, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Igor Mitoraj, Sauro Cavallini, Umberto Ciceri, Marco Host, Gianfranco Meggiato, Stefano Bombardieri, Antonio Signorini. Annalu, Riccardo Gusmaroli, Isabelle Schltjens, Giuseppe Maiorana.
Ed è da questa preziosa selezione è scaturita, ma possiamo dire anche imposta, l’idea ora di raccontare il “tempio”, lo spazio prestigioso votato a creare le emozioni di una visione internazionale che ha come altro, alto, riferimento la Gallery a Dubai, partecipi di due modi e due mondi diversi, che si incontrano in armonia uniti dal linguaggio universale che trascende i confini geografici e culturali, collante tra Europa e Medio Oriente, ponte sul Mediterraneo.
In questa prospettiva l’impegno più che categorico richiede di selezionare con cura gli artisti non solo per lesposizione ma soprattutto da rappresentare, identificando talenti che riflettano la visione e i valori della galleria, e organizzare mostre che ne esaltino le opere, creando e coltivando dialoghi senza confini che siano significativi con il pubblico.
Ecco ancor più delineato il focus di questa Gallery che è la promozione degli artisti e delle loro creazioni presso collezionisti, musei e critici d'arte, così come lo sviluppo di strategie di marketing volte ad accrescere la visibilità della galleria e delle opere esposte. Si crea così una fitta rete di relazioni, un’osmosi tra la galleria e il pubblico, che andiamo a visitarquando è a suo agio nella sua comfort zone, quale che sia la città, la nazione, il continente.
Se è vero quindi che da New York a Berlino, da Tokyo a Parigi le gallerie d’arte contemporanea sono i luoghi più vibranti e dinamici per immergersi nell’espressione artistica moderna, è anche vero che la globalizzazione consente di estendere, come è per Forte dei Marmi e per Dubai (600 metri quadrati espositivi nel loro complesso), la capacità e la potenza di offrire un eclettico panorama delle tendenze artistiche attuali e dei talenti emergenti. Come si può intuire il ruolo del Gallerista si articola in compiti che trascendono la mera gestione di uno spazio espositivo, toccando aspetti cruciali del mondo dell'arte contemporanea, che ha subito, con l’arrivo dei social, una rivoluzione profonda e inarrestabile. Tanto che Oblong, che già appariva in controtendenza quando anni fa guardava all’estero per percepire in anticipo i segnali di novità, è stata anche una delle primissime gallerie in Italia ad aderire alla piattaforma Artsy quando nessuno sapeva ancora che cosa fosse… e che adesso, si sa, è la normalità.
Aperture, dunque, al nuovo sì ma con giudizio così anche per la tecnologia perché rischia di falsare l’arte nella quale l’artista ci deve mettere le mani non solo l’idea. Questa è Oblong Contemporary Gallery, a Forte dei Marmi come a Dubai, e come l’hanno pensata e voluta le fondatrici, due donne imprenditrici, Emanuela Venturini e Paola Marucci, che hanno condiviso la visione del loro amore per la cultura nel creare una piattaforma di scambio internazionale facendola diventare in sei anni una realtà decisamente interessante nel panorama italiano e scegliendo nella stessa fisicità dello spazio il nome, derivato dalla sua forma oblunga, di due lati lunghi e due lati corti e nella quale tutti gli angoli sono retti, a voler sublimare l'interazione di base tra la cultura dell’Italia e l'identità degli Emirati Arabi Uniti, fusi nell'esprimere l’origine del tutto: un genuino amore per l'arte.