È stata salutata e accolta come un’iniziativa virtuosa ma ha tutti i caratteri per essere un vero cambio di paradigma nella ricerca avanzata contro il cancro la nascita della Cancer AI Alliance (CAIA) supportata dai big dell'industria tech che hanno messo a disposizione fondi e tecnologie per analizzare i dati di importanti centri di ricerca statunitensi. In effetti non va considerata come somma di addendi ma il risultato di una moltiplicazione di fattori ad altissimo potenziale, tanto da far parlare di una nuova era. È di certo una collaborazione di grande impatto questa alleanza tra i principali centri oncologici e i giganti della tecnologia, pronta a ridefinire la lotta contro il cancro, sfruttando la potenza dell’intelligenza artificiale per liberare il potenziale illimitato della ricerca oncologica e accelerare le scoperte di dieci volte.
Si sa che per anni la ricerca sul cancro è stata ostacolata da dati isolati, con le informazioni dei pazienti custodite nei sistemi sicuri delle singole istituzioni. Per cui, come è intuibile, la dispersione di menti, di risorse e di confronti sui risultati, ha reso difficile per i ricercatori individuare tendenze, sviluppare nuovi trattamenti e trovare cure.
Barriere ora abbattute dalla Cancer AI Alliance che riunisce infatti centri oncologici di eccellenza come il Dana-Farber Cancer Institute, il Fred Hutch Cancer Center, il Memorial Sloan Kettering Cancer Center, il The Sidney Kimmel Comprehensive Cancer Center e la Whiting School of Engineering at Johns Hopkins, tutte importanti istituzioni che d’ora in avanti uniranno le loro forze con pionieri della tecnologia AI come NVIDIA, Microsoft, Google, Amazon Web Services (AWS), Allen Institute for Artificial Intelligence (AI2), Deloitte e Slalom, per creare la prima piattaforma di ricerca sul cancro al mondo guidata dall’intelligenza artificiale. Obiettivo condiviso con entusiasmo da chi è in prima fila in questa impresa per la quale spendono parole speciali.
Come Matt Garman, CEO di Amazon Web Services: “AWS è orgogliosa di supportare la Cancer AI Alliance e contribuire alla sua missione fondamentale di trasformare la ricerca e le cure oncologiche. Insieme accelereremo l’innovazione nella scoperta e nei trattamenti del cancro, implementeremo l’AI generativa su larga scala e sfrutteremo la potenza, l’agilità e la sicurezza del cloud computing per rivoluzionare la salute e i risulta i per i pazienti”.
“La nostra collaborazione con la Cancer AI Alliance sottolinea l’impegno di lunga data di Deloitte nel contribuire a trasformare il settore delle scienze della vita e dell’assistenza sanitaria – ha detto Jason Girzadas, CEO di Deloitte US, che ha aggiunto: “Siamo orgogliosi di investire i nostri talenti, le nostre risorse e le nostre tecnologie innovative di AI, cybersicurezza ed equità sanitaria per migliorare la ricerca sul cancro, i trattamenti e affrontare una delle sfide sanitarie più urgenti del nostro tempo.”
Per Juan Lavista Ferres, Corporate Vice President & Chief Data Scientist, Microsoft “Siamo in un momento di svolta per trovare cure contro il cancro grazie ai rapidi progressi dell’AI. Con le principali capacità di AI, dati eterogenei e standardizzati e infrastrutture cloud moderne, una collaborazione consapevole tra i centri di ricerca oncologica più avanzati può accelerare i progressi. E la Cancer AI Alliance sarà parte integrante di questo lavoro salvavita e siamo orgogliosi di sostenerla”, mentre è Jensen Huang, fondatore e CEO di NVIDIA, a dirsi lieto per questa collaborazione mentre assicura che “la convergenza di AI, dati sanitari multimodali e apprendimento federato inaugurerà una nuova era per la ricerca sul cancro”.
Operativamente l’alleanza potrà utilizzare e sfruttare a un avanzato framework di apprendimento federato AI, un approccio innovativo che consentirà a un modello computazionale di imparare dai dati clinici dei pazienti di ciascun centro oncologico senza che questi lascino mai la loro istituzione d’origine. Ciò garantisce la sicurezza e la privacy delle informazioni, permettendo al tempo stesso ai ricercatori di ottenere conoscenze da un enorme e diversificato insieme di dati, sì, enorme, grazie all’infrastruttura informatica che fornirà la Cancer AI Alliance per elaborare grandi volumi di dati oncologici, incluse cartelle cliniche elettroniche, immagini di anatomia patologica, immagini mediche e sequenziamenti del genoma.
Fondamentale è e sarà ovviamente il finanziamento che, partito con un capitale di avviamento di 65 milioni di dollari e già godendo di impegni per 20 milioni da Ai2 e Google Cloud e 10 milioni da AWS, ha l’ambizioso obiettivo di crescere fino a 1 miliardo di dollari. Sarà il Fred Hutch Cancer Center, promotore della formazione della CAIA e responsabile della raccolta dei finanziamenti iniziali, a funzionare da centro di coordinamento dell’alleanza, che, essendo aperta, i fondi saranno via via investiti per ampliarne la portata, moltiplicare le risorse di dati e aumentare esponenzialmente il suo impatto. L’alleanza fungerà insomma da centro di collaborazione, fornendo infrastrutture condivise e contribuendo a definire standard industriali permettendo ai ricercatori non solo di affrontare i problemi insieme, anziché in isolamento, ma migliorerà gli esiti clinici, facendo emergere trend nei dati relativi a tumori rari e piccole popolazioni, con scoperte più significative e di più ampio impatto.
È Thomas J. Lynch Jr., MD, presidente e direttore del Fred Hutch e titolare della Raisbeck Endowed Chair, a fare la sintesi tra il prima e il dopo: “I dati complessivi custoditi dai principali centri oncologici del Paese rappresentano una fonte inesplorata di nuove scoperte sul cancro, rimasta finora inaccessibile. Questa alleanza aiuta a risolvere le principali sfide tecniche, consentendoci di utilizzare in modo sicuro sia l’AI che la massiccia potenza di calcolo per ottenere intuizioni rivoluzionarie e salvare più vite”.
È questa l’equazione che ci riporta ai fondamentali dell’iniziativa: la tecnologia come strumento, la persona come fine. Per questo CAIA, guidata da un team di esperti di grande prestigio, provenienti sia dal settore pubblico che da quello non profit, si affida ai leader visionari che comprendono l’opportunità di trasformare la ricerca sul cancro grazie all’AI e sono determinati a superare le sfide che si presenteranno. Grazie al modello computazionale del cancro i ricercatori potranno prevedere con maggiore precisione come è probabile che la malattia evolva in un paziente, quali trattamenti funzioneranno meglio e come il tumore potrebbe mutare per sfuggire a tali terapie. Un aspetto-obiettivo di non poco conto è che grazie a questo modello le cure potranno essere sempre di più personalizzate ed efficaci.